Il 2025 si è aperto con una notizia che impatterà significativamente sulle bollette di famiglie e imprese: lo stop definitivo al transito del gas russo attraverso l'Ucraina. Una decisione che ha già portato i prezzi all'ingrosso vicino ai 50 €/MWh, confermando un trend di rialzo che negli ultimi mesi ha più che raddoppiato i minimi toccati nel 2024.
Il mercato del gas europeo mostra oggi un equilibrio ancora fragile. Gli stoccaggi italiani sono pieni al 70,26%, con una riduzione di 4 punti percentuali in una sola settimana di gennaio. Un dato che, seppur non allarmante, merita attenzione considerando che gli stoccaggi europei sono scesi al 61,72%, mostrando un'accelerazione nello svuotamento dovuta alle recenti ondate di freddo.
La situazione italiana riflette dinamiche di consumo diversificate:
Nel 2024, l’Europa ha importato 313 miliardi di metri cubi di gas, suddivisi in:
La Russia ha fornito il 18% del totale (56 bcm), confermandosi secondo fornitore UE. Con lo stop del transito ucraino, verranno meno 15 miliardi di metri cubi annui, parzialmente compensati dall’aumento del gasdotto TurkStream (+35%) e del GNL russo.
La cosiddetta "backwardation" tra i prezzi futuri del gas sta lanciando segnali preoccupanti. Il mercato prevede che riempire gli stoccaggi da aprile a settembre 2025 costerà quasi 49 €/MWh, mentre il gas potrà essere venduto a soli 45 €/MWh tra ottobre 2025 e marzo 2026. Questo spread negativo di 4 €/MWh potrebbe scoraggiare gli operatori privati dal riempire gli stoccaggi, rendendo necessario un intervento statale.
I prodotti "Calendar" al TTF indicano un trend di progressiva diminuzione:
Tuttavia, questi prezzi potrebbero subire revisioni al rialzo per due motivi principali:
Un aspetto cruciale spesso sottovalutato è l'effetto che i prezzi del gas hanno sulle bollette elettriche in Italia. Il nostro sistema di formazione dei prezzi dell'energia elettrica si basa sul meccanismo del "marginal price" (o prezzo marginale): in pratica, il prezzo dell'elettricità viene determinato dall'impianto più costoso necessario a soddisfare la domanda, che in Italia è tipicamente una centrale a gas.
Questo sistema implica che quando il costo del gas aumenta, si verifica un effetto a cascata sui prezzi dell'energia elettrica. A gennaio 2025, con il gas a 50 €/MWh, il PUN (Prezzo Unico Nazionale) ha già raggiunto una media provvisoria di 142 €/MWh, toccando picchi di quasi 193 €/MWh. Si tratta dei valori più alti degli ultimi due anni.
Per famiglie e imprese, questo meccanismo si traduce in un doppio effetto:
La situazione è particolarmente critica per le imprese energivore, che vedono aumentare significativamente i costi operativi su entrambi i fronti.
Per far fronte a questa situazione, diventa fondamentale adottare un approccio integrato alla gestione dei consumi energetici:
Il 2025 si presenta come un anno cruciale per il mercato del gas. L'equilibrio tra domanda e offerta dipenderà da:
Per famiglie e imprese, la chiave sarà mantenere un approccio flessibile, monitorando costantemente l'evoluzione del mercato e adattando le proprie strategie di consumo. La transizione verso un nuovo equilibrio richiederà attenzione e pianificazione, ma offre anche opportunità per chi saprà gestire al meglio questa fase di cambiamento.
Il primo passo, cioè il più semplice, ma allo stesso tempo il più trascurato per risparmiare sulle bollette di luce e gas, è quello di capirle. Qui di seguito alcuni dei miei articoli con questo specifico obiettivo:
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